LA POLITICA


di Antonella Soddu

LA POLITICA

 

“L’uomo è per natura un animale politico” ( Aristotele – Politica ).

Partendo da questa definizione attribuita da Aristotele all’essenza della politica, è opportuno sviluppare cos’è la politica.  Fu Aristotele ad attribuire la prima definizione politica; lo fece legandola al termine “Polis” che in greco significa città, comunità dei cittadini. Sempre secondo Aristotele la parola “Politica” significava l’amministrazione della città per il bene di tutti.  Esistono anche altre definizioni di cosa può essere la politica, sono spesso improntate a fattori negativi dati dalle non meno recenti vicende sviluppatesi a livello nazionale e internazionale ma, a me piace citare quelle che più si avvicinano al mio pensiero di politica. Max Weber afferma che la politica non è un’aspirazione al potere e monopolio legittimo dell’uso della forza; David Easton afferma che è un connubio di decisioni nell’ambito della e per la comunità.  Ma, a mio avviso, la più rappresentativa di tutte è quell’affermata da Giovanni Sartori il quale afferma: “La POLITICA è LA SFERA DELLE DECISIONIO COLLETTIVE E SOVRANE”. La politica in senso generale riguarda “tutti” coloro costituente parte della società e non solo esclusivamente chi fa politica “attiva” per meglio dire coloro che occupano le strutture deputate a determinarla. La politica è occuparsi di com’è gestito il bene collettivo di una comunità, di una regione, di uno stato.  E’ in questo senso che ognuno di noi fa politica. Si fa in piazza, quando si scende a protestare, si fa al bar in compagnia degli avventori, si fa a casa dinanzi alla tv che ci propina le notizie, etc. Si dice, e forse non a torto, che le compagini che rappresentano la nostra “vita” politica siano oramai allo sbando totale. Lo sono per quel che riguarda la fiducia che la base ( i cittadini ) non ripone più in loro, quasi non riconoscendosi più in quei valori che i partiti di una volta rappresentavano e, ancor di più per la mancanza di quelle figure umane che portavano alla politica attiva la loro passione e i loro ideali nel principio sacro del bene comune. Oggi, lo sfascio del sistema economico parte da quello che è lo sfascio del sistema di gestione e partecipazione alla politica e per la politica. La nostra nazione, le nostre regioni, i nostri comuni sono allo sbando totale. E’ vero che sono chiamati al confronto con numerose sfide importanti e, dinanzi alle quali pare un miraggio pensare di trovare una soluzione adeguata. Però, è appurato e accertato che vi è una grossa difficoltà anche a trovare le persone disponibili a dedicare il loro tempo per la politica attiva oppure, se si trovano, si scopre poi che alla fine avevano un fine. Ne consegue che si sviluppa quella che comunemente è chiamata perdita del sentimento d’appartenenza da parte dei cittadini. Oggettivamente si sente il bisogno di una rinnovata etica politica capace di rivolgersi al mondo con un linguaggio quanto più sincero, appropriato e coerente con il significato di difesa del bene comune, un rinnovamento dell’immagine e dei costumi politici interni.

Questi sono solo alcuni dei problemi con i quali la politica deve fare i conti arrivando, ove ce ne fosse bisogno, persino a rimettere in discussione il suo stesso ruolo, onde dare risposte adeguate alle esigenze dei cittadini in tempi utili per ricucire lo strappo creatosi in questi ultimi anni. Occorre dare una scossa alla ripresa del discorso sulla collaborazione e sulla politica regionale, nazionale e comunale. In questa situazione si deve saper cogliere l’occasione, coglierla ed usarla per ridare progettualità e futuro ai cittadini e alle stesse istituzioni pubbliche su citate. Lo deve fare anzitutto partendo dai comuni che per loro natura sono più vicino ai cittadini, lo deve fare a livello regionale e lo deve fare a livello nazionale. Con queste premesse, a mio avviso, si dovranno affrontare le elezioni prossime, regionale, comunali, europee o governative ( credo che avremmo anche queste ) Si deve chiedere la fiducia dei cittadini, ma si deve fare con coerenza e serietà impegnandosi ad amministrare in maniera chiara, e aperta. Questo deve essere il vero riformismo e la vera democrazia. Poche parole, fatti per i cittadini.

 

 

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